In un periodo in cui le tecnologie alimentari e il commercio alimentare globale sono in rapida crescita, il controllo dei rischi in tutta la filiera è fondamentale. Per superare le nuove sfide globali del 21esimo secolo, i sistemi di controllo alimentare devono tenere il passo con gli sviluppi più recenti, lavorare sul concetto di analisi dei rischi e adeguarsi agli standard e alle pratiche internazionali del Codex Alimentarius elaborato dalla FAO e dalla OMS (FAO, 1969). Il Codex Alimentarius è una raccolta di standard alimentari internazionalmente accettati e di testi correlati elaborato per uniformare le pratiche. Il suo obiettivo è quello di fornire ai consumatori un prodotto alimentare sicuro, sano e non adulterato, correttamente etichettato e adeguatamente presentato. Questo codice contiene tutti gli standard richiesti per i principali alimenti, trasformati, non trasformati o crudi, destinati alla distribuzione per i consumatori (ad esempio, freschezza dei prodotti, regole per il congelamento, trasformazione di frutta e verdura e prodotti come cereali, legumi, oli e grassi, carne, latte e prodotti caseari). Inoltre, contiene delle indicazioni per l’igiene degli alimenti, gli additivi, i residui di pesticidi e medicinali veterinari, i contaminanti, l’etichettatura e la presentazione, i metodi di analisi e campionamento e il controllo e le certificazioni per l’importazione e l’esportazione. Il Codex Alimentarius ha una destinazione globale: infatti, gli esperti che lo hanno elaborato provengono da 166 Paesi diversi. Anche se non va a sostituire le leggi e le normative nazionali sulla sicurezza alimentare, molti Paesi hanno deciso di implementare le sue indicazioni a livello nazionale e regionale (Skrzypek, 2020).
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In generale, un obbligo imposto a chi opera in questo settore è quello di assicurare che tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione del cibo soddisfino i requisiti di igiene previsti dal Regolamento (CE) N. 852/2004. Le regole fissate dal 2006 segnano un’innovazione perché propongono una politica sull’igiene unica e trasparente, applicabile a tutti gli alimenti e a tutti gli attori della filiera alimentare (“dal produttore al consumatore”), oltre a fornire strumenti efficaci per gestire la sicurezza alimentare ed eventuali crisi alimentari future. Esiste un report della Commissione (2009) che fa un riepilogo della situazione ed espone le difficoltà affrontate (nel 2006, 2007 e 2008) nell’implementazione delle normative sull’igiene da tutti gli attori coinvolti. Il report non suggerisce soluzioni dettagliate per le difficoltà riportate e, pertanto, non è correlato da proposte in merito (CE, n.d.2).
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